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Addio faldoni, archivi di carta e timbri. D'ora in poi le pubbliche amministrazioni saranno obbligate a dialogare tra di loro e con i cittadini in via digitale. Entra in vigore dal 25 gennaio 2010, infatti, il nuovo codice dell'amministrazione digitale voluto dal ministro Renato Brunetta. Il Dlgs 235/2010 è stato di recente pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale  dopo essere stato approvato in via definitiva da Palazzo Chigi lo scorso 23 dicembre.

Il testo riforma e integra il "decreto Stanca" (dal nome dell'ex ministro dell'Innovazione), che risale al 2005, con l'obiettivo di adeguare gli strumenti digitali e la conservazione dei documenti che le pubbliche amministrazioni utilizzano nei rapporti con cittadini e imprese.

Tra i settori che beneficeranno di più di queste novità normative, campeggiano la giustizia e la sanità.

In futuro le PA non potranno richiedere l'uso di modulistica e di formulari che non siano stati prima pubblicati sui propri siti istituzionali. E' questa una delle più importanti conseguenze dell'operatività del codice.

Per evitare che il cittadino debba fornire più volte gli stessi dati, verranno predisposte apposite convenzioni per assicurare l'accessibilità da parte di altre amministrazioni alle banche dati. In questo modo l'utente fornirà i propri dati soltanto una volta alla PA: sarà cura della singola amministrazione far circolare tali informazioni alle altre amministrazioni che ne facciano richiesta.

La legge fissa una tabella di marcia piuttosto serrata da rispettare entro il 2012. Entro tre mesi la Pec, cioè la posta elettronica certificata, dovrà essere l'unico strumento utilizzato per le comunicazioni che prevedono la ricevuta di ritorno verso chi abbia fornito preventivamente il proprio indirizzo Pec.

Nei prossimi quattro mesi, poi, le amministrazioni dovranno individuare un unico ufficio che sia responsabile del settore ICT.

Nell'arco di  un anno saranno emanate le regole tecniche che consentiranno di dare piena validità alle copie digitali dei documenti informatici.

In termini di tempo e di risorse economiche il Dipartimento della Funzione Pubblica stima i seguenti risparmi:

  1. Riduzione di 1.000.000 di pagine l’anno per effetto dell’avvio della dematerializzazione, con l’obiettivo al 2012 di ridurre di 3 milioni le pagine.
  2. Risparmio del 90% dei costi di carta e del relativo impatto ecologico (uso e smaltimento) per circa 6 milioni di euro l’anno.
  3. Riduzione dei tempi fino all’80% per le pratiche amministrative, in particolare di quelle ancora a basso tasso di informatizzazione.
  4. La posta elettronica certificata produrrà un risparmio a regime di 200 milioni di euro per la riduzione delle raccomandate della PA ai cittadini.

D. Lgs 235/2010 - Gazzetta Ufficiale n. 6 del 10 gennaio 2011 (supplemento ordinario n. 8)