La legge del contrappasso nella Divina Commedia di Dante Alighieri

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VI cerchio

Luoghi Inferno
 
 
Virgilio parla con i diavoli che impediscono a lui e a Dante di entrare nella fortezza di Dite

Giovanni Stradano

Flegias trasporta Dante e Virgilio sino all'altra sponda dello Stige. Giungono sotto le mura della città di Dite, l'inferno più profondo, da cui si proiettano bagliori di fuoco, scendono dalla barca e piovono loro addosso più di mille diavoli, violentemente contrari alla presenza di quel vivo. Virgilio è costretto ad accostare i diavoli da solo, lasciando Dante in terribile apprensione, e tornando senza aver ottenuto nulla. I diavoli, infatti, gli sbarrano la porte in faccia e si apprestano a resistere. Mostrano le tre Furie e perfino  la Medusa. Quest'ultima ha una straordinaria e terribile capacità: chi la guarda diventerà di pietra! Ma sta giù arrivando, senza scorta, un messaggero del cielo che, con il suo intervento, permetterà loro di entrare in città.

Canto X. Dante e Virgilio parlano tra loro, udendo la parlata toscana, un'anima si alza dalla tomba: è Farinata degli Uberti. Inizia un vivace dialogo a sfondo politico interrotto dal sorgere dell'ombra di Cavalcante Cavalcanti che chiede notizie del figlio Guido. Dalle parole di Dante che parla di lui al passato remoto, Cavalcante sospetta che il figlio sia morto e ricade supino. Continua il dialogo interrotto con Farinata che fa una profezia a Dante: tra quattro anni anche lui proverà il dolore di non riuscire a tornare nella città tanto cara, come era successo alla famiglia ghibellina degli Uberti. Farinata rimprovera ai fiorentini di aver dimenticato che, grazie a lui, Firenze, che i capi ghibellini avevano ordinato di radere al suolo, era stata salvata dalla distruzione. Dante si sente unito a Farinata dall'ideale di una giustizia superiore e augura pace ai suoi discendenti, poi riprende il cammino turbato dalla profezia dell'esilio. Virgilio lo consola dicendogli che al termine del viaggio Beatrice lo conforterà e gli chiarirà la sua vita futura.

CANTO

GUARDIANO

IX - X - XI
ATTIVITA'

Una moltitudine di diavoli e le 3 Furie o Erinni (il primo è il nome latino, il secondo quello greco); esse sono: Aletto l'incessante che impersona il senso di colpa, Megera che impersona l'invidia aggressiva, l'odio, e Tesifone la vendicatrice che impersona la vendetta.

Le tre furie si sono unite a Medusa
(la Gorgona) per impedire il transito a Dante.

Dante e Virgilio riusciranno ad aprire le porte della città/fortezza di Dite grazie al materiale intervento dell'angelo Michele
, direttamente sceso dal Paradiso per aprirgli la strada.

Le tre Furie (o Erinni)

PECCATORI

Eretici, epicurei, atei

Gustave Doré

PENA

CONTRAPPASSO

Giacciono in avelli infuocati dove l'intensità del calore è direttamente proporzionale alla gravità del peccato compiuto.

Per analogia. Come in vita vissero sepolti nell'errore e illuminati da una falsa luce, credendo che con il corpo anche l'anima morisse, così ora l'anima giace in arche infuocate in attesa di riunirsi al corpo il giorno del giudizio universale, per rimanervi insieme sepolti per l'eternità; e per contrasto, come furono miopi in vita prendendosi cura della sola vita presente e non della vita eterna futura, ora, a differenza delle altre anime, essi sono in grado di poter vedere solo il passato ed il futuro, senza poter conoscere il presente.

Giacciono in tombe infuocate

Gustave Doré

PERSONAGGI

Cavalcante dei Cavalcanti, Farinata degli Uberti, Federico II di Svevia, Ottaviano degli Ubaldini, Papa Anastasio II.

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